La nostra storia

Una storia viva

Quella di Il Salviatino è una storia di trasformazione: una nobile villa fiorentina che, pur reinterpretata per il viaggiatore contemporaneo, rimane profondamente ancorata alle sue origini. Risalente al XV secolo, questa residenza signorile è da sempre un luogo di cultura, arte e vita raffinata. Nel corso dei secoli ha accolto aristocratici, studiosi e visionari, ognuno dei quali ha lasciato un segno indelebile nella sua architettura e nel suo spirito.

Oggi Il Salviatino, sotto la cura appassionata di Alessandra Rovati Vitali, abbraccia il proprio patrimonio con una sensibilità contemporanea. Sapientemente restaurata e curata in ogni dettaglio, la villa offre un rifugio dove storia e modernità si fondono con naturalezza. L’artigianalità senza tempo incontra il design su misura, mentre l’essenza dell’ospitalità rimane intatta: calda, personale e profondamente legata al luogo.

Custodi dell’eredità fiorentina

Dal passato al presente

Adagiata sulle pittoresche colline di Fiesole, con lo sguardo rivolto alla città incantata di Firenze, Villa Il Salviatino vanta una storia ricca e stratificata che attraversa i secoli. In origine semplice fattoria del XIV secolo, la proprietà subì importanti trasformazioni grazie alle famiglie illustri che se ne avvicendarono. Nel XV secolo i Bardi la ricostruirono come elegante dimora rinascimentale, ribattezzandola “Palagio dei Tegliacci”. Nel secolo successivo, Alamanno Salviati la impreziosì con sontuosi affreschi e arredi, donandole il nome che ancora oggi porta: Villa Il Salviatino.

Dalle sue sale affrescate ai rigogliosi giardini all’italiana, ogni angolo di Il Salviatino sussurra storie di splendore e di raffinata curiosità intellettuale.

Un viaggio attraverso il tempo

L’importanza culturale della villa si accrebbe ulteriormente agli inizi del Novecento, quando divenne la residenza di Ugo Ojetti, celebre poeta, giornalista e critico d’arte. Sotto la sua guida, Il Salviatino fiorì come vivace salotto culturale, frequentato da illustri personalità come il surrealista Salvador Dalí e il poeta e drammaturgo Gabriele D’Annunzio. Questi incontri diedero vita a un ambiente di scambio artistico e intellettuale che arricchì ancor più la storia della villa.
Dopo il periodo di Ojetti, la dimora visse diverse fasi, tra cui quella come sede italiana della Stanford University negli anni Settanta e Ottanta. In seguito a un lungo silenzio, la famiglia Rovati ha intrapreso un accurato restauro, restituendo a Il Salviatino il suo antico splendore e trasformandola nell’esclusivo hotel che è oggi. Un luogo in cui il fascino storico si fonde con un design eclettico e con l’eleganza contemporanea, pronto ad accogliere i suoi ospiti in un’esperienza immersiva che unisce il suo illustre passato al presente.